Cione nel secolo 167 A.C

RESA DI PERSEO ED ASSETTO DELLA MACEDONIA

[dropcap]A[/dropcap]ppena si delineò la rotta delle sue truppe, Perseo fuggì dal campo e si recò a Pidna, indi, non ritenendosi sicuro, nottetempo si rifugiò a Pella, seguito da cinquecento Cretesi. Erano i soli soldati che gli restavano; il suo formidabile esercito dopo la disfatta, disarmato si era sparso per le campagne e le vicine città e molti soldati ne avevano approfittato subito per tornare alle loro regioni.

PERSEO, nemmeno a Pella rimase a lungo. Trascinandosi dietro tutti i suoi tesori, si recò ad Anfipoli dove fu accolto con ostilità dalla popolazione; e non finì qui l”odissea di Perseo. Passato il fiume Strimone, si rifugiò in Samotracia; qui spedì ambasciatori al console chiedendo la pace. EMILIO PAOLO però non si degnò neppure di rispondergli e, avendo il figlio di Filippo insistito nella richiesta, gli fece sapere che prima si doveva arrendere senza condizioni a Roma.

[dropcap]P[/dropcap]erseo tentennava perché temeva per la sua vita. Ricercato dal pretore Ottavio, malvisto dalle popolazioni che avevano paura delle rappresaglie romane, era costretto a vivere nascosto nei templi inviolabili e vi rimase fino a quando ritenne che la miglior cosa era di abbandonare la Samotracia e cercare un luogo più sicuro in Tracia presso il re Coti suo alleato.

Ma un mercante cretese, che doveva agevolargli la fuga e portarlo con un naviglio in Tracia, prima intascò i denari del re, poi fuggì, abbandonando al loro destino Perseo e suo figlio Filippo.

Negli stessi giorni un certo CIONE di Tessalonica consegnava ad Ottavio gli altri figli del re e questi, avendo perso ormai ogni speranza di salvezza, si consegnò nelle mani del console.

Fonte: Cronologia Italiana (http://www.cronologia.it)

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