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Ideato da due amici, ormai è un must. Ed è venduto in 100 negozi in tutta Italia: «Abbiamo registrato il marchio perché in tanti ci copiano
di Daniela Corneo
BOLOGNA – È partito tutto da un regalo di Natale e da una passione, quella per la filosofia e per le citazioni che indagano il senso della vita e del rapporto con gli altri. Quasi un gioco. Che nel giro di pochi anni ha trasformato quel piccolo regalo di Natale in una vera propria e impresa che ha più di cento punti vendita in tutta Italia e dà lavoro a tre persone. Ma ce ne vorrebbero molte di più per mandare avanti una «macchina» che, una volta partita, non si ferma più. Il «Calendario filosofico», per chi non lo sapesse, è bolognese. Pensato, nato e diffuso urbi et orbi dal capoluogo emiliano. La sua sede centrale è in un piccolo negozio di via Curiel, a pochi passi dallo stadio. È qui che si «sfornano» centinaia e centinaia di calendari che provano a dare una direzione alla vita, sfruttando le parole di Kant, Seneca, Schopenhauer, Platone, Pascal e di tutti i grandi pensatori passati e presenti. Ogni giorno una massima.
Gli inizi
Massimo Monti, 56 anni, e Sofia Cioni, 51 anni, sono il «Calendario filosofico». Lui ha avuto l’idea di quel primo regalo di Natale confezionato con le sue mani e le sue ricerche; lei, sua amica, gli ha fatto da spalla, ha alimentato l’«enciclopedia» degli aforismi e poi ha avuto il lampo di genio imprenditoriale che l’ha salvata da cassa integrazione e licenziamento. Quando hanno capito che tutti, dal panettiere alla parrucchiera, dal ristorante al bar sotto casa, quel calendario da sfogliare giorno per giorno lo volevano esporre per regalare un pensiero ai propri clienti, hanno fatto il grande salto. Il trampolino l’ha fatto, neanche a dirlo, Facebook, una cassa di risonanza senza pari.
L’idea
«È partito tutto da un’idea del mio socio Massimo — racconta Sofia Cioni — che nel 2012 ha realizzato artigianalmente sei copie di un calendario con tutte le citazioni e le frasi che aveva raccolto. Quando l’ho conosciuto, quell’anno, mi ha chiesto se avevo citazioni e aforismi da proporgli. Ho iniziato a cercarne, mi sono appassionata e non ho più smesso: è diventata una vera e propria passione». Nel 2013 le sei copie natalizie diventano 20. Nel 2014 diventano 22.
Prima in un bar, poi sui social
«Quelle due copie in più — racconta Cioni — le abbiamo messe una da una parrucchiera e l’altra in un bar che già appendeva foglietti con le frasi dei clienti al proprio lampadario. Abbiamo azzardato e quei foglietti con un aforisma al giorno sono piaciuti». Quindi è arrivata la pagina Facebook. «E lì non ci siamo più fermati», spiega Cioni. Per fortuna. Perché nel frattempo Sofia, che di professione, proprio come Massimo, faceva la ragioniera, viene messa in cassa integrazione. «Avevo tempo. Facevo fotocopie su fotocopie, ricercavo citazioni e poi il papà di Massimo, che ha un mobilificio, realizzava i supporti di legno per tenere insieme le 365 pagine del calendario». E insieme ai social network, i due soci hanno iniziato ad andare per mercatini per farsi conoscere. Il sito internet è arrivato nel 2015, quando le richieste erano così tante che serviva anche un punto vendita online.
Ora 100 punti vendita in Italia
«Oggi lavoro anche dodici ore al giorno — dice Cioni —, l’azienda è floridissima, il fatturato va alla grande e abbiamo più di 100 punti vendita sparsi in tutta Italia. Al calendario si sono aggiunti anche l’agenda filosofica, il calendario con citazioni in inglese e quello con le citazioni dedicate alle donne che curo personalmente». Un vero e proprio esempio per quanti hanno bisogno di reinventarsi, se le cose al lavoro non vanno proprio benissimo o se si ha voglia di cambiare vita in modo creativo. Chiaro che l’idea è così buona che in tanti stanno provando a copiare il prodotto di Sofia e Massimo. «Abbiamo registrato il marchio — dice Cioni — ma in molti ci hanno plagiati e stanno proponendo i loro calendari ai rivenditori. Ma il Calendario filosofico siamo solo noi e il successo non arriva senza sforzi, noi ci abbiamo messo cinque anni per far decollare l’impresa e ancora stiamo facendo grossi sacrifici». E comunque per non snaturarsi i due soci il prodotto non l’hanno ceduto proprio a tutti i rivenditori che l’avevano chiesto: «Non vogliamo perdere la particolarità del nostro calendario». Un sogno nel cassetto? «Viaggiare. Abbiamo voglia di viaggiare moltissimo. Dobbiamo ancora vendere molti calendari per poterlo fare».
Ref: Corriere di Bologna